Brano tratto da "I Canti di Maldoror", di Lautréamont.
Dal bellissimo ed inquietante romanzo di Lautréamont, ecco un frammento di testo, significativo rispetto all'intera opera dell'autore, associato ed illustrato dalla bellissima immagine animata realizzata dall'artista digitale George RedHawk.
"Non agisco così per crudeltà. Un giorno, con occhi vitrei, mia madre mi disse: « Quando sarai a letto e udirai latrare i cani per la campagna, nasconditi sotto la coperta, non deridere ciò che fanno: hanno una sete insaziabile d'infinito, come te, come me, come il resto degli umani dal volto pallido e lungo. Anzi, ti permetto di metterti alla finestra per contemplare l'assai sublime spettacolo». Da allora, rispetto l'auspicio della defunta. Come i cani, io sento il bisogno dell'infinito... Non posso, non posso soddisfare questo bisogno.
Sono figlio dell'uomo e della donna, a quanto m'ahanno detto. Mi stupisce... credevo d'esser di più! Del resto, che m'importa donde vengo? Se la cosa avesse potuto dipendere dalla mia volontà, avrei piuttosto voluto esser figlio della femmina dello squalo, dalla fame amica delle tempeste, e del tigre, dalla ben nota crudeltà: non sarei così malvagio."
I Canti di Maldoror, Isidore Ducadde Conte di Lautréamont, 1868.
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