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  • Immagine del redattoreAntonella Sportelli

Investigazioni analitiche nell'Arte - Joseph Kosuth

Aggiornamento: 21 ott 2023


Le investigazioni analitiche sul linguaggio dell'arte messe in campo da un artista concettuale quale Joseph Kosuth, si concentrano, in modo particolare, sul segno iconico in quanto, il senso comune, attribuisce ad esso il valore di un analogon perfetto del reale.


Fotocopia di una parte dell'installazione di Joseph Kosuth One and three chairs e sedia sulla quale è stato fucilato il partigiano Vjekoslav Dukic il 5 gennaio 1941
Fotocopia di una parte dell'installazione di Joseph Kosuth "One and three chairs" e sedia sulla quale è stato fucilato il partigiano Vjekoslav Dukic il 5 gennaio 1941


Gli artisti, cioè, mettono in crisi questo "referenzialismo" ingenuo con una specifica convergenza con le indagini semiotiche: il significato non è più cercato nella relazione diretta tra il segno e la cosa, ma, in termini propriamente linguistici, nella traduzione di un segno in un altro segno che funziona da "interpretante", nel senso indicato da Peirce e ripreso da Jakobson: «Il segno - in particolare il segno linguistico - per essere compreso, non solo esige che due protagonisti partecipino all'atto linguistico, ma ha bisogno, inoltre, di un interprete». Secondo Peirce «La funzione di questo è assolta da un altro segno, o da un complesso di segni, occorrenti con un segno dato o in sostituzione di quello».

Restando sul piano di una equivalenza semantica, enunciati iconici (la fotografia, il disegno) ed enunciati verbali (le leggende) vengono intrecciati, cortocircuitati ed analizzati da diversi artisti.

Picabia, ad esempio, colloca l'opera al livello di una proposizione linguistica il cui significato è fornito dalla sostituzione di un segno con un altro segno lungo un'asse di continuità metonimica ininterrotta dallo scarto metaforico del titolo.

In Una e tre sedie di Kosuth, l'artista propone l'uso delle catene di segni "intersemiotici" (in quanto appartenenti all'ordine verbale e a quello visivo), ma neutralizza ogni impennata metaforica in vista di una più fredda ed esatta dimostrazione dell'assunto linguistico. In questo caso, la nominazione (sia verbale che iconica) di un oggetto non si fonda sulla relazione diretta tra segni e oggetto, ma piuttosto sulla catena delle sostituzioni-traduzioni di un segno in un altro segno.

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