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  • Immagine del redattoreAntonella Sportelli

Storie Sulla Pelle - Racconti Tatuati di Nicolai Lilin - Stralci

Aggiornamento: 26 nov 2023


Storie sulla pelle, di Nicolai Lilin, è uno dei romanzi più belli di questo scrittore di origini russe. Il testo racconta della poetica dei tatuaggi e dei criminali siberiani. Qui trovate alcuni aforismi, stralci e frasi del libro, i più intensi e significativi. Parole che ho scelto per stuzzicare la vostra curiosità e per invogliarvi a leggere questo strepitoso libro.

“Sarei stato capace di vendere l’anima per scoprire i segreti che serpeggiavano in mezzo a quelle figure: la gente che le portava impresse sulla pelle aveva vissuto cose di cui noi ragazzini sapevamo poco o niente, e il codice era complicato, non c’era verso di venirne a capo come si fa con le parole crociate o mettendo insieme i pezzi di un puzzle.”

“Per niente al mondo, dice l’etica del tatuaggio siberiano, quei segreti devono essere raccontati a parole.”

“A un certo punto, a forza di osservare, ho notato che nei disegni composti sulla pelle esisteva una geometria precisa: ogni simbolo, posizionato in una parte del corpo, attraverso una rete di collegamenti entrava in rapporto con un altro, che poteva trovarsi dalla parte opposta. Così ho cominciato a studiare le basi della geometria, per scoprire le leggi che la regolano. Seguendo quella pista, quando guardavo i tatuaggi addosso ai vecchi non vedevo solamente i simboli sparsi sui corpi, ma mi apparivano davanti agli occhi dei veri e propri schemi, e sapevo che in quei legami tra le diverse immagini si nascondeva una buona parte del loro significato. Bastava che un simbolo cambiasse posizione in uno schema geometrico e bisognava leggerlo in tutt’altro modo.”

“Le parole sono come il cane che hai a casa, i disegni dei tatuaggi sono il lupo che incontri nel bosco: fisicamente somiglia al cane, ma ogni sua mossa ti prende di sorpresa e ti chiarisce che è lui il padrone. Non siamo noi a dominare i simboli, sono loro a muovere la nostra vita.”

Tattoo, Nicolai Lilin, mani di Matteo, photo by Paolo Prendin
Tatuaggi Siberiani - Nicolai Lilin - Photo by Paolo Prendin

“I tatuatori erano al corrente di tutto quello che succedeva all'interno della propria cellula, erano i confessori ai quali i criminali, seguendo la tradizione, rivelavano ogni cosa, dunque non facevano tanta fatica a mettere a fuoco la situazione generale del loro gruppo. Se uno dei criminali era stato visto impegnato in azioni a cui nessuno sapeva dare un senso, se cominciava a muoversi in una direzione poco chiara, ad avere relazioni con persone esterne, il kol’šik lo segnava segretamente con dei tatuaggi che lo identificavano come un traditore, poi i colleghi lo mandavano in un’altra cellula, spesso lontana, per un compito simbolico. Lì, in onore della tradizione, lui si presentava ai vecchi in sauna per essere riconosciuto come membro della comunità siberiana, e al tatuatore locale non serviva troppo impegno per interpretare i messaggi preoccupanti inviati dal suo collega.

Per la legge dei siberiani un uomo che tradisce perde la sua dignità, e un uomo senza dignità non ha diritto di vivere. Il traditore spedito lontano veniva ucciso, e si evitava lo scandalo nella comunità dalla quale era arrivato.”

"Fantasticavo su come poteva essere bello unire la simbologia siberiana con la forza estetica del tatuaggio moderno, e mi sembrava di camminare lungo un confine che divideva due realtà talmente diverse e contrarie che la semplice idea di cancellarlo minacciava l'esistenza stessa della tradizione"


Storie sulla pelle, Nicolai Lilin, Einaudi editore, 2012.

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