Il Guercio delle Puglie – Capitolo 1: La Profezia Inizia
- Antonella Sportelli

- 5 giorni fa
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Aggiornamento: 3 giorni fa
Romanzo tra Fantasia e Storia a cura di MispoRosso.
A Volte la Storia si Confonde con la Leggenda (o Viceversa): Il Frate va dal Conte
Bentornati al nostro viaggio tra storia e leggenda. Dopo aver conosciuto l'Anonimo Cronista (MispoRosso) e la sua "malattia" – l'ossessione per il Conte Macellaio – abbandoniamo le carte ingiallite per entrare nel vivo della narrazione. Siamo nella notte del 6 febbraio 1643, quando un evento eccezionale rompe il silenzio e un monaco è costretto a rischiare la vita per consegnare il suo orribile presagio al temuto Giangirolamo Acquaviva d'Aragona.

L'Umida Notte del 6 Febbraio
Una mattina, però, la vita del Conte e della Contea stessa, erano destinate a cambiare per sempre. Era il 6 febbraio 1643.
Nel silenzio opprimente di quel febbraio, umido, gelido e gravido di miasmi, il piccolo stagno di Abrom esalava il suo fetore. Quel piccolo lago, adibito a discarica della Contea e dei paesi limitrofi, era la piaga maleodorante della notte. Era lì, in quell'antro umido e inaccessibile, che Frate Gualtiero, monaco gesuita e asceta, scontava la sua penitenza. Era stato esiliato lì dal suo Ordine per aver violato la Regola del Digiuno.
Il luogo era respingente, un rifugio naturale per le belve e per i reietti: solo Bravi e donne di malaffare potevano, a volte, avventurarsi in quell’ombra, se il pericolo li risparmiava. Tutta la Contea sapeva di quel frate, consumato dalla preghiera e dal cilicio, che spendeva il suo tempo di penitenza tra le nebbie.
Le Visioni Organizzate di Fra Gualtiero: la Profezia sul Guercio delle Puglie
Quella notte, tuttavia, il Frate non trovò pace. Fu scosso da sogni così travagliati e da incubi tanto vividi da strapparlo al sonno. Si svegliò di soprassalto, madido di sudore freddo, il cuore in una fibrillazione violenta, amplificata dal gufare ossessivo degli uccelli notturni e dal lamento del vento.
Quali orribili visioni oniriche potevano aver terrorizzato un uomo abituato alla rinuncia e al dolore? Egli cercò di ricomporre il mosaico nella sua mente sconvolta. Dopo essersi bagnato il viso e aver ritrovato un fragile equilibrio grazie a una mistura di erbe da lui stesso coltivata nel minuscolo giardino prospiciente l'antro, la memoria si fece nitida, quasi dolorosa.
La sua agitazione non era vana. Le visioni che lo avevano assalito avevano tutte a che fare, in modo inequivocabile, con la vita del suo Conte, il terribile Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona, il Guercio delle Puglie.
Il Frate, senza esitazione, indossò il saio di lana grezza, la corona del Rosario e il Crocifisso dei Gesuiti. Raccolse le poche cose essenziali e si avviò verso il Castello.
L'Appello nel Labirinto Oscuro
Nonostante la pioggia battente e il buio profondo, dove la foresta sembrava inghiottire ogni luce, doveva percorrere solo poche leghe. Eppure, il sentiero era arduo e pericoloso, labirintico come le sue stesse visioni. Egli temeva l'apparire improvviso di qualche animale feroce, ma soprattutto l'incontro con i banditi malintenzionati di cui il bosco era pieno.
Si fece coraggio e si incamminò a passo solerte, il cuore che gli batteva in gola, ma la mente focalizzata sulla meta. Il percorso non fu facile: gli ululati delle belve e il richiamo lugubre degli uccelli notturni, mentre gli facevano tremare le gambe, al tempo stesso gli tenevano compagnia nel deserto sensoriale della foresta.
Il Silenzio Interrotto
Le poche leghe furono velocemente superate. Non era ancora l'alba quando Frate Gualtiero giunse finalmente sotto le mura del Castello. Tirò un sospiro di sollievo che durò un istante. Si sentiva un brusio sommesso, erano le guardie che si davano il cambio, ma una caligine nera e densa avvolgeva tutta la Torre Maestra, dimora del Conte.
Un brivido d'inquietudine pervase il frate. Sebbene sapesse della benevolenza di Giangirolamo, del quale era anche confessore, l'atmosfera era satura di un presagio funesto. Si fece forza e coraggio e si avvicinò al ponte levatoio, che era chiuso.
Stava per battere le nocche sul legno umido, quando un sibilo acuto gli accarezzò la fronte. Un dardo. Pochi centimetri lo separavano dall'essere spacciato.
Poi, la voce ruvida e perentoria della guardia: «Chi osa venire a quest'ora a disturbare il sonno del Signor Conte e per quali motivi?»
Il viaggio è appena cominciato. Frate Gualtiero ha sfidato la foresta e un dardo per consegnare il suo presagio. Cosa gli avranno rivelato le visioni? E come reagirà il Conte Macellaio a un avvertimento? Non perdetevi il Capitolo 2, in arrivo nei prossimi giorni. Il racconto si fa davvero micidiale.



Raccolto travolgente e affascinante.
Racconto palpitante e gravido di Morte.! Attendo prossimo capitolo con eccitazione.