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  • Immagine del redattoreAntonella Sportelli

Turner - Pioggia, vapore e velocità

Aggiornamento: 16 ago 2023


Analisi, in sintesi, dell'opera di William Turner - Pioggia, vapore e velocità. Pillole di Storia dell'Arte.



AUTORE: William Turner.

TITOLO: Pioggia, vapore e velocità.

DATA DI ESECUZIONE: 1844.

COLLOCAZIONE: Londra, National Gallery.

MISURA E TECNICA: olio su tela, 91 x 122 cm.


William Turner Pioggia, vapore e velocità
William Turner - Pioggia, vapore e velocità - 1844


Turner - Pioggia, vapore e velocità.

TEMA


Questa tela è una sintesi stupefacente della fedeltà di Turner al paesaggio classico e della sua adesione al mondo moderno. L'opera, infatti, vuole rappresentare il contrasto violento tra la natura e due importanti risultati della tecnologia: la ferrovia e il ponte-viadotto. Due prodotti dell'uomo che modificano sostanzialmente il paesaggio e che Turner vede e rappresenta in tutta la loro drammaticità.


Il paesaggio illustrato si può identificare con il ponte ferroviario sopra il Tamigi a Maidenhead, costruito tra il 1837 e il 1839. Nella scena, oltre all'affermazione della ferrovia e del viadotto, Turner sembra voler aggiungere anche alcuni particolari da scoprire: davanti alla locomotiva corre una piccola lepre che simboleggia la velocità indicata nel titolo; a sinistra, alcune fanciulle danzanti e, a destra l'aratro in un campo lontano evocano una società che va scomparendo.


Nessun quadro meglio di questo rivela la fecondità della mente di Turner e la sua fondamentale convinzione che l'uomo e la natura siano mondi continuamente mutevoli. Con quest'opera, esposta alla Royal Academy nel 1844, Turner sfida lo spettatore a paragonare la propria esperienza con il dipinto.


Solo la locomotiva e la barca sono delineate con un certo naturalismo, soprattutto la barca la cui immobilità stessa (contrastante con la velocità simbolizzata dalla ferrovia) esige una certa precisione nel particolare. Qui si può scorgere ciò che separa Turner dai futuri Impressionisti: per questi ultimi, la barca, normalmente sarebbe stata "fusa" nella nebbia e le sue forme vi si sarebbero dissolte. Per Turner, che non dipingeva uno spettacolo, ma voleva far prevalere "un'idea", una concezione delle cose e una certa discordanza delle espressioni plastiche, era conveniente alle sue intenzioni realizzarla così: "Si trattava di rendere sensibile il rigoglio del mondo e l'ardimento delle costruzioni umane e di creare una tensione tale che facesse vibrare tutti gli elementi dell'immagine."


Nella sua famosa celebrazione di quel nuovo e rivoluzionario modo di viaggiare che era la ferrovia vi è, nella nera locomotiva fumante che corre verso di noi sopra il viadotto, un qualcosa di satanico, soprattutto se si confronta la locomotiva con la limpida scena di fiume sulla sinistra e il pacifico fluttuare di un battello. Critici come Théophile Gautier videro in questo lavoro una manifestazione inequivocabile del male, ma sia nel titolo che nei particolari vi sono elementi sufficienti per autorizzare a vederlo come un panegirico del progresso. Questa ambiguità lascia intatta l'immagine centrale del lavoro: la metallica intromissione del treno che passa attraverso scintillanti nebbie di pallidi blu e oro.


INTERPRETAZIONE CRITICA


Nel porsi davanti alla natura, alle cose e agli avvenimenti, Turner sembra ricercare un assoluto smemoramento dell'io per penetrare negli oggetti con un infinito sentimento di comprensione delle cose. Nonostante questa spiccata capacità egli è fondamentalmente modesto, accetta gli insegnamenti di altri artisti e studia i suoi predecessori. Riuscirà a trarre vantaggio da Poussin, da Tintoretto e Veronese mentre sarà danneggiato dallo studio di Van De Velde e Caude.


In un secondo momento si distacca da queste esperienze per un compiacimento esasperato per la frenesia, il movimento, il colore. L'armonia dei colori è elaborata fino al massimo grado possibile, fino a divenire elemento dominante e non subordinato in passaggi di una delicatezza mai vista. Si è distaccato dalla sua prima maniera convenzionale che era semplice strumento di studio.


Viene contestato dai suoi contemporanei per l'uso del colore troppo vivo e spesso non confacente con i colori naturali e con le tecniche di colorazione usuali. Il profondo senso del colore, del movimento e delle forme viene affiancato da una solidissima memoria visiva che denota un profondo senso della realtà.


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