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  • Immagine del redattoreAntonella Sportelli

Marino Marini - Scultore toscano del secolo scorso

Aggiornamento: 13 ago 2023


Marino Marini, lo scultore toscano influenzato dalla ritrattistica egizia ed etrusco-romana.


Marino Marini, scultore, pittore e incisore (Pistoia 1901 - Viareggio 1980). Fu allievo dello scultore Domenico Trentacoste all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Il periodo di formazione fu lungo, continuato a Milano e a Roma, e chiuso solo alcuni anni dopo il 1930. Negli anni precedenti , Marino Marini si era avvicinato a Medardo Rosso, l'influsso del quale è rintracciabile nella levigatezza estenuata della scultura il Musicista (1930).


Marino Marini - San Giacomo -  ©photo Th.Hennocque
Marino Marini - San Giacomo - ©photo Th.Hennocque


Contemporanei furono i primi contatti con la ritrattistica egizia ed etrusco-romana, delle quali si ricorderà anche in seguito (Ritratto del Pittore Magnelli 1930, Ritratto d'Uomo 1936, Ritratto Femminile 1943).


Ancora al periodo 1930-31 risalgono le anticipazioni più interessanti di quello che sarà il vero linguaggio figurativo di Marini: La Borghese (1930), Ersilia (1931), costruite per masse compatte e poco articolate. Poco dopo l'Icaro (1933) e il Pugile (1935) rappresentano una fase ulteriore e più complessa di questa stessa ricerca: di volta in volta le forme di Marino Marini possono essere asciutte, scabre, acutamente profilate o piene, continue, ma sempre si accompagnano nello spazio come organismo architettonico: ne sono esempio le serie dei giocolieri, dei nudi femminili, dei cavalli e cavalieri che con i ritratti costituiscono la tematica di Marini dal 1935 circa in poi.


I ritratti stanno un poco più a sé rispetto al resto della produzione dell'artista: vivissimi per intima aderenza al soggetto, tuttavia senza concessioni a naturalismo esteriore, sono di una modellazione più ricercata e di una tecnica di volta in volta diversa.


L'affermazione dell'opera di Marini fuori dall'Italia è avvenuta tardi (1950) ed in seguito alle tre grandi mostre di Amsterdam, Bruxelles e New York, ma è stata piena. Le opere più recenti, Il Miracolo (1943), Il Guerriero (1959-60), Il Grido (1960) e successive, portano all'estrema esasperazione il processo di scarnificazione formale. Le sue ultime esposizioni verranno fatte in diverse città del Giappone.




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