Nanni di Antonio di Banco, detto Nanni di Banco, lo scultore fiorentino che esprime l'eleganza melodica del Gotico.
Nanni di Antonio di Banco (Firenze, 1390 - 1491) detto Nanni di Banco, scultore fiorentino molto stimato in vita, era già noto al tempo del Vasari ma considerato sotto forti riserve; solo studi recenti ne hanno messo in luce il profondo significato nel giro della nuova visione quattrocentesca fiorentina fra Brunelleschi, Donatello e Ghiberti, prima che si imponessero Masaccio e Luca. Fece le prime esperienze nel cantiere dell'Opera del Duomo di Firenze, dove ancora si prolungavano le parole di Andrea Pisano e quella di Nino, oltre all'accademia dell'Orcagna cui gradualmente si sovrappose il gusto "internazionale".
Un'elegante e fluente melodicità gotica è fra gli elementi costitutivi del linguaggio di Nanni di Banco, più volte sovraffollato da audaci risoluzioni strutturali e da un autorevole e nobilissimo classicismo, ma riproponendosi come costante e tenace controparte. Si comprende così l'esatta intonazione di Nanni che, dotato di eccellente e grandioso senso plastico, di nobile compostezza di sentimenti, di sereno equilibrio, di raffinato gusto e colto amore per una bellezza ideale, si impone soprattutto per stupende soluzioni di parti, di rado giungendo alla sintesi assoluta. In questi termini Nanni è grande, a volte grandissimo, fuori di dubbio è l'ascendente su Donatello, pur se le influenze furono reciproche.
Prima opera è la statuetta del Profetino (1406-07) del pilastro destro della Porta della Mandorla del Duomo di Firenze, con mirabile ponderazione delle masse, essenzialità riassuntiva del movimento, equilibrio dei volumi, concezione del corpo secondo un principio architettonico che ebbe a influire sul San Giorgio di Donatello. Il bassorilievo del Cristo, nello sguancio dell'arco della stessa porta, si addolcisce di più in eleganti ricerche ritmiche e in più morbida plastica.
La statua di Isaia, scolpita nel 1408 per il Campanile del Duomo di Firenze (ora nel Duomo stesso), se influì sul David giovanile del Donatello, ebbe però a risentire del primo Profetino di questi, pendant a quello di Nanni di Banco, ma è squilibrato nell'insieme per eccesso di movimento.
Bellissimo il San Luca (scultura oggi al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, databile tra il 1408 e il 1412), studiato secondo una mirabile digradazione dell'effetto plastico dal basso in alto, opera che sta tra il rilievo e il tuttotondo.
Tra il 1409 e il 1414 Nanni fu impegnato dalle Arti dei Calzolai, dei Maestri di Pietre e Legnami, degli Orafi e Maniscalchi (ovvero, alcune delle antiche Corporazioni delle Arti e dei Mestieri di Firenze) per tre raffigurazioni dei rispettivi Santi protettori da porre in nicchie esterne di Orsanmichele. Il gruppo i Quattro Santi Coronati, iniziato forse per primo, si protrasse nella lavorazione così da creare sovrapposizioni di sviluppi stilistici con le altre due opere; in esso è ricco (anche un po' calcato) l'effetto pittorico; le quattro figure sono, a una a una, eccellenti per organicità d'impianto, denso caratterismo fisico e morale, cordialità di reciproco rapporto, classicità genialmente interpretata così da costituire uno dei più begli aspetti di latinità fiorentinizzata del primo umanesimo; l'insieme, tuttavia, non sfugge a un certo senso di accumulazione e monotonia. Pure di grande peso è la predella della nicchia, con due scene figuranti Artigiani al Lavoro, realizzando una così calibrata inserzione di figure nell'ambiente prospettivato da costituire uno dei prodromi più autorevoli all'arte di Masaccio stesso. Il Cristo nel timpano della nicchia svolge con sapienza e grazia sostenuta un florido goticismo ritmico.
Il San Filippo della nicchia dei Calzolai, tra il 1409 e il 1411, va considerato sotto un ascendente ghibertiano che gli conferisce un più semplice e armonico impianto e raffinatezza nei particolari. Anche qui il timpano reca un elegantissimo e mosso Cristo a mezzo busto. Il Sant'Eligio per gli Orafi (1413-14) è la creazione più lucida e acuta di Nanni, nel modulo magro e allungato riassunto da ampia e unica falcatura che si prolunga nell'altissima mitra, conferendo a tutta la scultura nervosa energia. Qui è raggiunto il più stretto rapporto tra la statua e la nicchia. L'esecuzione dei particolari decorativi rivela una perizia tecnica eccezionale. Il timpano reca ancora un Cristo a mezzo busto, mentre la predella raffigura una leggenda di Sant'Eligio dove si nota un certo impaccio nello sviluppo temporale e formale degli eventi.
Per l'esterno di Orsanmichele Nanni di Banco eseguì anche un'indipendente piccola formella con mezza figura di profeta a rilievo, assai raffinata.
Un'ultima opera fu la Vergine che Offre la Cintola a San Tommaso, detta Madonna della Cintola, nel timpano della Porta della Mandorla, condotta tra il 14414 e il 1421: rilievo carico di vibrante animazione moltiplicata dal fervido scorrere lineare e dalla sensibilissima modellazione pittorica delle superfici. L'opera è testimonianza delle più meditate ricerche dello scultore. Così, Nanni, chiude ad altissimo livello una carriera ricca di esiti nuovissimi.
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